Perché si festeggia il 25 aprile? La resistenza e la lotta partigiana raccontate in 10 punti

In due minuti vi raccontiamo la storia degli uomini e delle donne che hanno combattuto contro il nazifascismo per liberare l'Italia e restituirle la democrazia.

Donne partigiane

La lotta di Resistenza coinvolse attivamente circa 35.000 donne

Il 25 aprile è una festa che non può essere dimenticata, perché in questa data non si festeggiano solo la Resistenza e la liberazione dal nazifascismo, ma si festeggia il coraggio di chi ha pagato con la vita la scelta di conquistare la libertà con le proprie forze per non dover "riceverla in dono dagli alleati". Non si festeggiano solo i partigiani, ma tutti coloro che si sono ribellati alla dittatura e con il loro gesto hanno posto le basi perché nascesse la repubblica.

Non si parla di politica in questo caso, ma di storia. Non si parla di destra o di sinistra ma di una scelta più importante: quella di rischiare tutto per un ideale.

Per questo il 25 aprile è una festa speciale per la Repubblica Italiana, ma soprattutto per l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), che riunisce gli ex partigiani e tutti coloro che credono nei valori della Resistenza.

I PARTIGIANI E LA RESISTENZA: RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)

1. È nella Resistenza che la Repubblica Italiana pone le sue radici. La maggior parte di coloro che scrissero la Costituzione, provenivano dal CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), organizzazione che riuniva la maggior parte dei partigiani italiani.

2. Per Resistenza si fa riferimento a quel periodo nella storia italiana che va dall'8 settembre del 1943 (data dell’Armistizio di Cassibile, che diede inizio all'occupazione tedesca in Italia, appoggiata dal regime fascista) al 25 aprile del 1945.

3. Il 25 aprile infatti il CLN Alta Italia, da Milano fece partire un proclama via radio che incitava ad insorgere la popolazione dei territori occupati dai nazifascisti, per costringere gli invasori alla resa, prima dell’arrivo delle truppe Alleate.

4. Il motivo di questa scelta si riassume in una frase: “Bisogna dire alle masse che la libertà va conquistata con le nostre forze e non ricevuta in dono dagli alleati” (Proclama del CLNAI, aprile 1945)

Partigiani a Milano

I partigiani sfilano per le strade di Milano

5. Tra i comandati del CLNAI c’era il partigiano Sandro Pertini, proclamato nel 1978 XII presidente della Repubblica Italiana.

6. La Liberazione vera e propria si raggiunse il 3 maggio del 1945 quando le forze nazifasciste firmarono la resa di Caserta. Con quella firma fu anche posta la parola “fine” al ventennio fascista.

7. La lotta dei partigiani si basava per lo più su sulla guerriglia in montagna e in collina, nel sabotaggio e nella lotta armata nelle città; con queste azioni i partigiani diedero un aiuto fondamentale agli Alleati in Italia.

Oltre ad indebolire il nemico infatti, la guerriglia serviva a fiaccare lo spirito dei soldati tedeschi, costretti a lottare paese per paese. Inoltre costringevano l’esercito tedesco a disperdere le forze per compiere azioni di rappresaglia (spesso nei confronti dei civili), rendendo l’esercito meno compatto di fronte all’avanzare degli Alleati.

Partigiani in azione

Partigiani della divisione Valdossola in azione

8. Comunisti, monarchici, socialisti, cattolici, liberali, repubblicani, anarchici, azionisti: il movimento della Resistenza riuniva partigiani di diversi orientamenti politici e culturali intorno a una causa comune: opporsi ai nazifascisti che avevano occupato l’Italia.

9. Alla Resistenza partecipò attivamente anche la popolazione civile con vere e proprie insurrezioni come le quattro giornate di Napoli, o le rivolte a Matera, Teramo, Ascoli o Lanciano. Gran parte della popolazione pagò con la vita questi tentativi di ribellione.

Renato Guttuso, Fucilazione a Roma, disegno

Renato Guttuso, Fucilazione a Roma, 1944, tratto dalla serie di disegni e acquerelli "Got mit Uns", con cui l'artista testimonia la lotta partigiana e l'opposizione al nazifascismo

10. Nell'aprile 1945 il Corpo Volontari della Libertà (struttura di coordinamento della Resistenza) arrivò a contare 130.000 partigiani; mentre nei giorni dell'offensiva finale (seconda metà di aprile) si raggiunse ufficialmente un numero di circa 250.000-300.000 partigiani tra uomini e donne. La maggior parte apparteneva alle unità comuniste delle Brigate Garibaldi.

Le donne partigiane combattenti pare siano state circa 35.000. I caduti per la Resistenza italiana (in combattimento o uccisi a seguito della cattura) sono stati circa 45.000; altri 20.000 sarebbero rimasti mutilati o invalidi.

“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi  o perire.” (Sandro Pertini alla radio, Milano, 25 aprile 1945) o perire.”

Pertini

Comizio di Sandro Pertini a Milano

lovisco.marco

Marco Lovisco

Giornalista, consulente di comunicazione e scrittore.

You may also like...

2 Responses

  1. 2015-04-25

    […] Liberato nel 1943 si unisce ai partigiani per combattere nelle file della Resistenza. Arrestato dalle SS viene condannato a morte. Riesce a fuggire grazie all’intervento dei […]

  2. 2019-04-27

    […] stessa vita, mi preme”. Liberato nel 1943 si unì ai partigiani per combattere nelle file della Resistenza, venendo arrestato dalle SS e condannato a morte, riuscendo però a fuggire. Per le sue azioni […]

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scopri di più da Due minuti d'arte

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading