Man Ray: breve biografia e opere principali in 10 punti

In due minuti vi raccontiamo la vita di Man Ray, il fotografo del surrealismo.


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Man Ray, a destra, in compagnia del collega Salvador Dalì, a Parigi, il 16 giugno 1934

Ci sono delle regole per ottenere il rispetto e l'invidia degli animali sociali che ci circondano: avere un buon lavoro, possedere cose o persone, sapere come comportarsi in ogni situazione. Se fai questo verrai considerato un uomo (o una donna) di successo. Bene: tutto questo per Man Ray e per i suoi colleghi dadaisti era assolutamente ridicolo!

Alla società che imponeva la figura del "maschio" (o della femmina) alfa, gli artisti dadaisti opponevano l'ironia, lo straniamento, la capacità di violare le sacre regole degli uomini di successo. All'utilitarismo esasperato loro opponevano l'inutilità delle cose, alla serietà dei discorsi loro rispondevano con un balbettio infantile e dissacrante.

Man Ray però ha fatto qualcosa in più rispetto ai suoi colleghi dadaisti. Ha superato la realtà per esplorare le pieghe dell'inconscio, abbracciando il movimento surrealista con le sue foto che sembrano giungere da sogni sfocati, sfuggenti come il loro ricordo al mattino. Lo racconto in due minuti.

LA VITA E LE OPERE DI MAN RAY:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)

1. Man Ray (Filadelfia, 1890-Parigi, 1976) è stato pittore, fotografo, grafico e autore di film d’avanguardia come L'étoile de mer (1928).

Il suo nome è legato soprattutto ai movimenti artistici del dadaismo e del surrealismo. A New York, nei primi decenni del Novecento, ha contribuito ha fondare il dadaismo americano, mentre in Francia, con le sue foto è riuscito a cogliere l’anima del movimento surrealista.

2. Il Dadaismo può essere considerato la più bizzarra delle Avanguardie artistiche che si fanno strada in Europa all’inizio del Novecento.

Nato a Zurigo nel 1915 da un intuizione di Tristian Tzara, il movimento Dada si diffuse in tutta Europa e negli Stati Uniti unendo artisti accomunati dalla lotta alla borghesia, alla guerra e al capitalismo. Tale lotta veniva condotta con le armi dell’ironia e della provocazione, tramite la creazione di opere (apparentemente) incomprensibili. Lo stesso nome “dadaismo” sembra prenda spunto dalla parola “dada”, termine privo di senso, usati dai bambini quando iniziano a parlare.

Man Ray, Cadeau, 1921

Man Ray, Cadeau, 1921

3. Man Ray nasce a Filadelfia in una famiglia di immigrati russi di origini ebraiche. Il suo nome di battesimo è Emmanuel Rudzitsky, ma nel 1912 decide di cambiare nome, combinando il suo soprannome di infanzia “Manny”, con un cognome inventato, creando così il suo “Uomo Raggio”.

Frequenta le scuole a New York e, dopo le superiori rifiuta una borsa di studio da architetto per dedicarsi alle arti grafiche, realizzando dipinti ispirati al cubismo. Sarà proprio la sua carriera di pittore che, casualmente, lo avvicinerà alla fotografia. Nel 1914 infatti, acquisterà la sua prima macchina fotografica come strumento per fotografare e catalogare le sue opere.

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Man Ray, Portrait of Alfred Stieglitz, 1913

4. Fondamentale per la sua carriera artistica è l’incontro con l’eclettico Marcel Duchamp, a New York nel 1915. Tra i due artisti nasce sin da subito una grande sintonia che li spingerà a collaborare per dare vita al ramo americano del dadaismo.

A questo periodo (1921) risale Cadeau (“Dono” - foto in alto), una delle opera più famose del movimento dadaista. La prima versione viene rubata nel corso di una mostra a Parigi, ma Man Ray successivamente realizzò numerose repliche dell’opera, nel 1963, nel 1970, nel 1972 e nel 1974.

5. Nel 1921 Man Ray lascia gli Stati Uniti per Parigi, città in cui si era trasferito tempo prima l’amico Duchamp. Lì conosce i principali artisti dell’epoca: Picasso, Dalì, Bunuel, Chagall, Mirò.

Nella capitale francese Man Ray si mette in mostra soprattutto grazie ai suoi ritratti fotografici, con cui immortala i protagonisti della scena intellettuale francese, da Picasso ad Hemingway.

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Man Ray, ritratto di Salvador Dalì e Gala, 1936

6. Tra i suoi ritratti fotografici, uno dei più noti è di certo Le violon d’Ingres (1924), in cui riprende la schiena nuda della modella (e amante) Kiki de Montparnasse , ritoccando la foto con due semplici tratti di pennarello che la consegneranno alla storia, due “Effe di violino” sul corpo della modella.

Altra opera celebre dell’artista è Lacrime di vetro (1930-1932), in cui le lacrime non sono che perle di vetro poggiate sulla foto di un volto reale.

Man Ray, Violon d'Ingres, 1924, Musée National d'Art, Parigi

Man Ray, Violon d'Ingres, 1924, Musée National d'Art, Parigi

7. Man Ray non era un semplice fotografo, ma uno sperimentatore, un artista che cercava strade nuove. A lui si devono le cosiddette “Rayografie” immagini fotografiche ottenute poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile, rendendo in questo modo i soggetti misteriosi e spettrali.

Un’altra sua tecnica era quella della “solarizzazione”, un effetto che permetteva di circondare le figure in foto con un’aurea che dava alla immagini una qualità metafisica con effetti eterei.

Man Ray, Rayografia

Un esempio di "Rayografia"

8. Viste queste premesse, non dobbiamo meravigliarci se Man Ray aderì con entusiasmo al movimento surrealista già dal 1924, diventando il più importante fotografo del movimento.

Man Ray, Meret Oppenheim

Uno dei celebri ritratti che Man Ray realizzò nel 1933 che ritrae l'artista surrealista Meret Oppenheim

9. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e l’avanzata dei nazisti in Francia, Man Ray, viste le sue origini ebraiche, fu costretto a lasciare Parigi. Si riparò a New York dove divenne famoso come fotografo di moda.

10. Il suo cuore però era rimasto a Parigi, la patria di adozione. Così, a guerra conclusa, Man Ray fa ritorno nella capitale francese e va a vivere a Montparnasse il quartiere degli artisti. Rimarrà lì fino alla sua morte, il 18 novembre del 1976.

Man Ray, Lacrime di vetro, 1930-1932

Man Ray, Lacrime di vetro, 1930-1932, J. Paul Getty Museum, Los Angeles, Stati Uniti

"Quel che conta è l'idea non la macchina fotografica" (Man Ray)

La mostra

"Man Ray. L'uomo infinito"
Al Castello di Conversano (Bari)
dal 15 luglio 2017 al 19 novembre 2018

Maggiori info: La Mostra su Man Ray al Castello di Conversano

lovisco.marco

Marco Lovisco

Giornalista, consulente di comunicazione e scrittore.

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7 Responses

  1. 2022-12-09

    […] Perché Ernst non è semplicemente un creativo (come tutti gli artisti): è un creatore. È una persona che ha cercato nuovi modi per raccontare un mondo surreale, reinventando tecniche di pittura o inventandone di nuove, come il grattage e la decalcomania. Un’anticonformista che “ha dato un calcio nel sedere alla pittura e ficcato un dito nell’occhio della storia” come disse di lui Man Ray. […]

  2. 2023-02-20

    […] sculture, disegni, documenti, manufatti raccontano l’universo onirico di Dalí, Magritte, Man Ray e di altri esponenti del […]

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