Piet Mondrian: 5 opere famose per raccontarlo

5 opere d’arte per raccontare il passaggio dall'arte figurativa all'astrattismo di uno degli artisti più iconici del XX secolo: 5 dipinti molto diversi tra loro, che raccontano la nascita del Neoplasticismo

di Sabrina Sedda

Linee rette, rettangoli bianchi e neri, intervallati da spazi riempiti con l’energia di intensi colori primari (blu, rosso, giallo): i dipinti di Mondrian sono inconfondibili e, fuori dai musei e dalle gallerie d’arte, puoi vederli riprodotti su t-shirt, tazze e oggetti di design.

Eppure, lo stile di questo grande artista olandese è cambiato molto nel corso degli anni e quei dipinti che lo hanno reso così famoso sono il risultato di un lungo percorso di ricerca. Lo esploreremo attraverso 5 opere che abbiamo selezionato.

Prima di cominciare però, facciamo un breve riassunto per introdurvi questo artista.

Chi è Piet Mondrian?

Peter Cornelis Mondriaan, meglio conosciuto come Piet Mondrian (Amersfoort 1872 – New York, 1944) è considerato un indiscusso pioniere dell’arte astratta. Nella sua vita ha portato avanti una lunga ricerca artistica, un processo evolutivo che lo ha condotto dalla figurazione all’astrazione, dalla tradizione ad uno stile peculiare che ha reso le sue opere iconiche e inconfondibili.

Anno chiave della sua vita fu il 1917, quando fondò De Stijl, un movimento artistico in cui comparve per la prima volta il termine “neoplasticismo”.

“Costruisco combinazioni di linee e di colori su una superficie piatta in modo da esprimere una bellezza generata con una somma coscienza”

Piet Mondrian

Il neoplasticismo creato da Mondrian esprime quindi una assoluta razionalità e purezza formale, nell’armoniosa composizione di colori puri e nell’uso esclusivo dell’angolo retto.

Per comprenderlo meglio, percorreremo insieme i processi che l’hanno condotto da una fedele riproduzione della natura ad uno stile pittorico che vuole comprendere in sé l’assoluto. Lo faremo attraverso una selezione di 5 opere, realizzate tra il 1895 e il 1929.

5 OPERE FAMOSE PER RACCONTARE L'ARTE DI PIET MONDRIAN

1. Piet Mondrian, Cortile su fattoria, 1895
acquarello su carta, ubicazione ignota

Piet Mondrian, Cortile su fattoria, 1895, acquarello su carta, ubicazione ignota
Piet Mondrian, Cortile su fattoria, 1895, acquarello su carta, ubicazione ignota (Foto: http://www.pietmondrian.it)

Dal 1892 al 1895 Mondrian segue corsi di disegno dal vivo e pittura di natura morta. Centrale nella sua produzione in questi anni è la pittura di paesaggio.

Soggetto iniziale dei suoi dipinti sono gli aspetti caratteristici del suo paese natale, l’Olanda, come i paesaggi lungo corsi d’acqua. In questo dipinto ad esempio, come possiamo vedere, la scena è descritta minuziosamente, con dovizia di particolari.

Uno stile molto diverso da quello che lo ha reso famoso, eppure  è proprio grazie a questi studi delle composizioni della natura che Mondrian giungerà al suo neoplasticismo. Nella raffigurazione dei paesaggi, vi sono infatti i primi studi e le prime ricerche sul contrasto. Già dai suoi primi dipinti emergono ordine e armonia.

 “Ero impressionato dalla varietà della natura e volevo esprimere l’espansione, la quiete, l’unità”

Piet Mondrian

2. Piet Mondrian, Mulino Oostzijdse con cielo blu, giallo e viola, 1907-1908
olio su tela, Kunstdmuseum Den Haag

Piet Mondrian, Mulino Oostzijdse con cielo blu, giallo e viola, 1907-1908 olio su tela, Kunstdmuseum Den Haag
Piet Mondrian, Mulino Oostzijdse con cielo blu, giallo e viola, 1907-1908 olio su tela, Kunstdmuseum Den Haag (Foto: https://www.wearch.eu)

A partire dal 1900, Mondrian abbandona la fedele riproduzione della natura, per studiare forme e colori. Inizia così la sua ricerca stilistica. Individua nel paesaggio gli elementi verticali e orizzontali.

In questa fase è come se Mondrian volesse ridurre tutto quanto lo circonda alla sua essenza assoluta: piani, linee e colori. In questo dipinto si può notare, oltre l’importanza data ai colori, che appaiono netti e statici, le rigidità di linee orizzontali e verticali che sembrano intersecarsi, anticipando dunque la raffigurazione di pure composizioni geometriche.

3. Pietr Mondrian, Paysage, 1912
olio su tela, Kunstmuseum Den Haag

Pietr Mondrian, Paysage, 1912, olio su tela, Kunstmuseum Den Haag
Pietr Mondrian, Paysage, 1912, olio su tela, Kunstmuseum Den Haag

Dal 1908 il lavoro di Mondrian diviene più radicale. Sempre traendo ispirazione dai paesaggi, l’artista olandese comincia a focalizzarsi sullo studio del colore, prendendo spunto dalle correnti artistiche provenienti dall’estero.

Nel 1912 Mondrian si trasferisce a Parigi. Le prime opere parigine, ispirate ai dipinti cubisti di Braque e Picasso, vedono prevalere il  colore grigio. Un primo passo che lo conduce a ridurre il suo linguaggio espressivo all’essenziale: linee rette, colori primari e piani rettilinei che saranno l’essenza del suo Neoplasticismo.

Prima però di arrivare al suo stile peculiare, Mondrian attraverserà un’altra frase, in cui, in diversi dipinti, tenterà la combinazione di un numero incredibile di linee orizzontali e verticali.

4. Piet Mondrian, Tableau n° 4, 1913
Olio su tela, Kunstsmuseum Den Haag

Piet Mondrian, Tableau n° 4, 1913 Olio su tela, Kunstsmuseum Den Haag
Piet Mondrian, Tableau n° 4, 1913 Olio su tela, Kunstsmuseum Den Haag (https://artsupp.com)

Passando dalla fase cubista, Mondrian comincia gradualmente a “scomporre” la natura. La materia del dipinto vibra fra mille tonalità di grigio chiaro, ocra e marrone, scandite armoniosamente da segni più scuri che si moltiplicano all’infinito.

VI è qui un vero e proprio processo di astrazione: quasi come se Mondrian volesse rappresentare, all’interno di un’unica tela, tutti i paesaggi, gli edifici e gli alberi degli anni precedenti. Si può notare un bisogno di unità e di assoluto, in cui l’opera comprenda tutta la natura e la sua varietà.

Sembra che Mondrian voglia ricondurre il tutto ad un’essenziale struttura comune a tutte le cose, espressa con innumerevoli variazioni di linee orizzontali e verticali.

5. Piet Mondrian, Composizione II, 1929
Olio su tela, The National Museum in Belgrade

Piet Mondrian, Composizione II, 1929 Olio su tela
Piet Mondrian, Composizione II, 1929 Olio su tela

Lungo tutto il percorso, durante il quale Mondrian ha lavorato ad almeno 245 composizioni, la porzione quadrata diventa un elemento costante ma in continuo divenire. In queste opere Mondrian vuol far coincidere l’uno e il molteplice. L’intenzione dell’artista è quella di eliminare l’oggettivo e porre l’universale.

Per farlo si avvale di colori primari con l’aggiunta di colori neutri. È un’oggettività costituita da linee geometriche, nitide e definite, per raggiungere il senso armonico delle cose e l’equilibrio intrinseco delle stesse.

Nei dipinti di Mondrian non vi è rappresentato un unico oggetto, ma l’insieme delle cose che sono accomunate dagli stessi elementi: linee e colori primari la cui fusione genera innumerevoli possibilità d’essere.

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Marco Lovisco

Giornalista, consulente di comunicazione e scrittore.

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4 Responses

  1. Michael Sciam Michael Sciam ha detto:

    La signora Sedda poteva almeno chiedere il permesso per copiare testi originali pubblicati da Michael Sciam su http:www.pietmondrian.eu e coperti da diritti d’autore. Troppo faticoso pensare con la propria testa..

    • Marco Lovisco Marco Lovisco ha detto:

      Buon pomeriggio Michael, potrebbe per cortesia indicarmi a quali testi fa riferimento nello specifico? Così faccio una verifica e, nel caso, provvederò ad eliminarli. Grazie

  2. Marco Lovisco Marco Lovisco ha detto:

    Mi scusi, ma potrebbe indicarci, per cortesia, le parti del testo che dice siano state copiate dal suo sito? Ho visitato il suo sito e non ho trovato riscontri puntuali riguardo a questo, ma sono sicuro che lei potrà indicarci i testi che ritiene siano stati copiati, in modo da provvedere alla rimozione. Grazie e buona giornata

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