I Macchiaioli: 5 opere famose per raccontarli

Giovanni Fattori, Telèmaco Signorini, Silvestro Lega... sono solo alcuni dei più importanti esponenti della "pittura a macchia", nata tra i tavoli del Caffé Michelangelo di Firenze. Vi raccontiamo questa storia attraverso 5 delle loro opere più importanti.

di Sabrina Sedda

Le opere d’arte dei Macchiaioli ci restituiscono uno spaccato delle vicende italiane prima, durante e dopo l’Unità d’Italia, non ha caso il loro è stato uno dei movimenti artistici più importanti dell’Ottocento, seppure sia ad oggi poco conosciuto.

Il luogo d’incontro di questi artisti era una saletta del Caffè Michelangiolo, a Firenze, dove vi era un fervente scambio di idee innovative, che spesso andavano contro l’accademismo ufficiale.

La nascita della pittura amacchia”, che caratterizza le opere dei Macchiaioli, viene generalmente fissata nel 1856 ma, come potete immaginare, è il risultato di un percorso graduale che si è sviluppato nel tempo. La pittura dei macchiaioli si contraddistingue da quella dei contemporanei, in quanto gli artisti macchiaioli tendono a lasciare indefinite le linee di contorno negli oggetti, prediligendo macchie di colore distinte e sovrapposte ad altre macchie di colore.

In un certo senso, i Macchiaioli hanno molto in comune con gli impressionisti, in quanto entrambe le correnti nascono con l’obiettivo di rappresentare ciò che per primo si presenta all’occhio, ossia il colore e la luce. A differenza degli impressionisti, però, le cui opere sono ricche di “svirgolature”, dettagli e piccole pennellate, nei dipinti dei Macchiaioli domina la “macchia”, che sembra avere consistenza concreta, peso e solidità.

Per comprendere meglio questa corrente artistica, abbiamo selezionato e raccontato 5 delle loro opere più famose.

Giovanni Fattori, Autoritratto, 1884, Galleria d'Arte Moderna, Firenze

5 DIPINTI FAMOSI PER RACCONTARE I MACCHIAIOLI

1. Giovanni Fattori, Tramonto sul mare, 1890-1895, Galleria nazionale d’Arte Moderna, Firenze

Giovanni Fattori, Tramonto sul mare, 1890-1895, Galleria nazionale d’Arte Moderna, Firenze

In questo dipinto di Fattori si può osservare l’analogia tra la macchia toscana e l’impressione parigina. I colori tenui ricordano i dipinti impressionisti, ma a differenza di questi ultimi, nel dipinto di Fattori i colori rimangono più compatti, la “macchia” è costruttiva, solida. Nel dipinto, ai colori tenui si contrappone un uomo, una macchia scura che fa da contrasto, dando un maggiore senso di profondità allo sfondo.

2. Giovanni Fattori, Soldati francesi del '59, 1859, Collezione privata, Milano

Giovanni Fattori, Soldati francesi del '59, 1859, Collezione privata, Milano

Giovanni Fattori è il maggior pittore della corrente dei Macchiaioli, e forse di tutto l’Ottocento italiano. Nelle sue opere, l’artista toscano riproduce ciò che il suo occhio vede.

La sua cultura visiva nasce dalla lunga osservazione quotidiana del vero naturale e della società, vissuta in prima persona, tramite l’osservazione diretta della natura, del lavoro umano e dei grandi stravolgimenti politici e sociali della sua epoca.

I primi studi sulla macchia risalgono al 1859, e questo dipinto ne è una delle prove più significative. Qui viene rappresentato un corpo di spedizione francese  a sostegno della nascente unità nazionale.

3. Telemaco Signorini, La sala delle agitate al San Bonifazio in Firenze, 1865, Ca' Pesaro, Venezia

Telemaco Signorini, La sala delle agitate al San Bonifazio in Firenze, 1865, Ca' Pesaro, Venezia
Telemaco Signorini, La sala delle agitate al San Bonifazio in Firenze, 1865, Ca' Pesaro, Venezia

Altro grande esponente dei Macchiaioli, Telemaco Signorini è un attento osservatore di tutto ciò che vede. Quest’artista è stato spesso “accusato” dai critici non possedere uno stile coerente, in quanto le sue pennellate variano a seconda del soggetto rappresentato. Ma forse proprio in questo risiede la verità dei suoi dipinti, che risultano differenti, come differenti sono le nature delle cose su cui via via cade la sua attenzione.

L’ospedale, detto di S. Bonifazio,in Via San Gallo, era il manicomio di Firenze. La rappresentazione della sala riservata alle ammalate più gravi indica la tendenza del Signorini verso il naturalismo contemporaneo (vedi anche Courbet): racconta la realtà psicologica e sociale dei tempi in cui vive.

4. Telemaco Signorini, La piazza di Settignano, 1881 circa, collezione privata

Telemaco Signorini, La piazza di Settignano, 1881 circa, collezione privata
Telemaco Signorini, La piazza di Settignano, 1881 circa, collezione privata

In quest’altro dipinto di Signorini, la valenza dei chiaro scuri nel rappresentare la realtà per come appare direttamente all’occhio è evidente. Le macchie geometriche rendono riconoscibili le costruzioni e la piazza al centro, inondata dalla luce del sole.

5. Silvestro Lega, La visita, 1868, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma

Silvestro Lega, La visita, 1868, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma

Anche Silvestro Lega, come Fattori, giunge gradualmente alla “macchia”. Fiero, schivo, idealista, poco incline al compresso e quindi al commercio, rimarrà povero tutta la vita. Spesso ospitato da famiglie amiche, nelle loro ville poté studiare con attenzione luoghi e persone.

Ne La visita, possiamo vedere riprodotta una casa toscana ottocentesca, in cui sono raffigurate due sorelle – si intuisce dai vestiti identici, com’era uso nell’epoca – salutare la padrona. L’artista con quest’opere riesce mirabilmente a rappresentare il piccolo mondo borghese dell’epoca.

In copertina: Giovanni Fattori, In vedetta, 1872, Collezione Marzotto, Valdagno

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Marco Lovisco

Giornalista, consulente di comunicazione e scrittore.

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