Rinascimento: le 10 opere d’arte più famose e le loro caratteristiche
Un viaggio nell’arte del Rinascimento attraverso le opere più importanti e gli autori che le hanno realizzate.
Le biografie dei grandi artisti riassunte in 10 punti
Un viaggio nell’arte del Rinascimento attraverso le opere più importanti e gli autori che le hanno realizzate.
Un viaggio nell’arte del Rinascimento attraverso le opere più importanti e gli autori che le hanno realizzate.
Leonardo da Vinci, Raffaello, Botticelli, Michelangelo… artisti molto diversi tra loro, ma le loro opere, come tutte quelle che appartengono al Rinascimento, hanno delle caratteristiche comuni:
Prima però di presentarvi le 10 opere d’arte che ho selezionato, definisco in poche righe cosa intendiamo per Rinascimento, prendendo spunto da un articolo specifico su questo blog.
Il Rinascimento è un movimento artistico, letterario e filosofico, nato in Italia e in particolare a Firenze nel XV secolo. Oltre che nella nostra penisola, il Rinascimento nel XVI secolo si diffuse nel resto d’Europa, in particolare nei Paesi Bassi e in Belgio. Molti storici considerano il Rinascimento il punto di passaggio tra il Medioevo e l’età Moderna.
Un’opera affascinante e misteriosa, dove è evidente l’attenzione di Piero della Francesca per la prospettiva e la geometria. Questo grande artista del Rinascimento è stato infatti anche un valente matematico: a lui dobbiamo il manuale di calcolo intitolato Trattato d’abaco, il De prospectiva pingendi e il De quinque corporibus regularibus.
La flagellazione di Cristo poi conserva un enigma che ancora non è stato chiarito: chi sono i tre personaggi in primo piano? C’è chi sostiene che l’interpretazione del quadro sia legata alle vicende politiche dell’epoca, ma non vi è alcuna certezza definitiva.
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Anche questa è un’opera del primo Rinascimento, che ne anticipa alcune caratteristiche. Anche in questo caso c’è un uso originale della prospettiva, con il soggetto ripreso da un’angolazione insolita che dà l’impressione allo spettatore di partecipare direttamente alla scena, come se si trovasse ai piedi del Cristo disteso.
Oltre che per questo motivo, l’opera è rivoluzionaria perché dà una rappresentazione inedita del Cristo morto che in quest’opera appare come un comune essere umano colpito a morte, come si evince dalle ferite in primo piano. Ben lontana quindi dalle rappresentazioni simboliche del Cristo in epoca medievale.
Se l’opera di Piero della Francesca sembrava misteriosa, questa lo è ancora di più, soprattutto perché non si conosce l’autore. Di sicuro si sa che l’opera è stata realizzata nell’ambiente della corte urbinate di Federico da Montefeltro, frequentata da artisti come Piero della Francesca o Francesco di Giorgio Martini.
L’opera è un esempio magistrale dell’uso della prospettiva centrale applicata a un paesaggio, inoltre colpisce per l’assenza di figure umane, come avverrà secoli dopo nelle famose piazze metafisiche di un altro grande artista italiano: Giorgio de Chirico.
Sicuramente è una delle opere più iconiche del Rinascimento e uno dei capolavori dell’arte mondiale. Ammetto che vederla dal vivo, con i suoi quasi due metri per tre di dimensioni è qualcosa che ti lascia senza fiato. Oltre che per la maestria con cui Botticelli ritrae la nascita di Venere, l’opera colpisce perché sembra condurre il visitatore in un mondo ideale, dove dominano la grazia e l’armonia.
Poi, volendo essere pignoli, va detto che la Venere, pur essendo meravigliosa, non ha scapole, né sterno, il busto è troppo lungo e l’ombelico è troppo in alto. Probabilmente, se fosse reale, non sopravvivrebbe a lungo (un po’ come Barbie). Ma chi fa caso a questi dettagli al cospetto di un volto e uno sguardo di incomparabile bellezza?
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Anche questa è un’opera iconica del Rinascimento, anche per il suo significato: il piccolo che sfida il grande, la repubblica che sfida la tirannia. Oggi con tutta probabilità è la scultura più famosa al mondo, ma all’epoca ci fu un’accesa disputa riguardo la sua collocazione, tanto che fu istituito un comitato per discutere la questione. Era guidato da Leonardo che proponeva di porre il David sotto la loggia dei Lanzi, al coperto e protetta; Michelangelo voleva invece che la statua fosse collocata ai piedi di Palazzo Vecchio, dove avrebbe goduto di maggiore visibilità.
Oggi l’opera di trova presso le Gallerie dell’Accademia, a Firenze. Ai piedi di Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria è invece possibile ammirare una copia dell’opera.
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Se il David è la scultura più famosa di sempre, di sicuro questo è il dipinto più conosciuto al mondo. È considerata una delle opere più importanti di sempre per almeno tre motivi: per l’enigmatico sorriso della Monna Lisa; per la posa di tre quarti assolutamente originale per l’epoca, che conferisce dinamicità alla composizione; per la cura del paesaggio sullo sfondo, reso con pennellate delicate e attente.
A proposito della Gioconda, voglio sfatare un mito: i francesi non hanno mai rubato quell’opera, la porto con sé lo stesso Leonardo quando lasciò l’Italia per andare a Parigi. Fu invece un italiano a rubare il dipinto nel 1911. Si chiamava Vincenzo Peruggia e commise il crimine per “patriottismo artistico”, come spiegò in tribunale.
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Il dipinto fu eseguito nel 1504 per la cappella di San Giuseppe nella chiesa di San Francesco a Città di Castello. È la prima opera firmata da Raffaello che scelse di apporre la firma in un luogo particolare: sull’arco che domina l’ingresso del tempo che vediamo sullo sfondo.
Nell’opera appare evidente la grande attenzione posta dall’artista alla prospettiva, evidenziata dalla grandezza diversa dei personaggi presenti all’interno del dipinto. Inoltre, è già evidente la ricerca della bellezza ideale, che sarà un tema ricorrente anche nelle opere successive del maestro urbinate.
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Si tratta di un’opera monumentale, che a vederla toglie il fiato. Michelangelo realizzò questo ciclo di affreschi dal 1508 al 1512 su incarico del papa Giulio II. L’artista realizzò l’opera a tempo record, se consideriamo che i dipinti coprono una superficie di 500 metri quadri!
Il dettaglio più celebre della volta è sicuramente La creazione di Adamo e il dettaglio degli indici alzati e delle braccia protese dei due protagonisti, diventati un’icona che ha travalicato il mondo dell’arte (ricordate i vecchi telefoni Nokia?).
Anche quest’opera fu commissionata da papa Giulio II. Raffaello aveva solo venticinque anni quando il papa lo convocò per affrescare le sue stanze. L’artista si mostrò all’altezza dell’incarico e decorò le stanze ispirandosi alle quattro facoltà delle università medievali: teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza. Il risultato? Una delle opere più famose del Rinascimento.
Nell’opera Raffaello ha dato ad alcuni sapienti del mondo classico le fattezze dei più grandi artisti del suo tempo: Eraclito (aggiunto in un secondo momento) infatti somiglia moltissimo a Michelangelo, Platone a Leonardo da Vinci e Euclide a Bramante.
È uno dei capolavori del maestro veneto, che colpisce per l’uso sapiente dei colori e l’attenzione maniacale ai piccoli dettagli. Se scrutate il dipinto con attenzione ne troverete parecchi: piccoli racconti nel racconto.
L’artista dipinge due donne identiche tra loro per fisionomia ma diverse per abiti ed atteggiamento. Una infatti è quasi nuda (l’Amor profano), l’altra è completamente vestita (l’Amor sacro). Una delle chiavi interpretative dell’opera vede in questa somiglianza/differenza la rappresentazione della dualità dell’amore, al contempo divino e carnale.
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SI COMINCIA BENE LA GIORNATA, DOPO TANTA BELLEZZA
Grazie per il commento, Silvia! 🙂 De resto, sono convinto che “La bellezza salverà il mondo”. Un abbraccio e buona giornata!
Ma il mondo deve salvare la bellezza! ‘notte
😀😀