Il viaggio raccontato da 5 opere d'arte

Mistero, avventura, tradizione, fede, storia: in due minuti e 5 opere vi raccontiamo il rapporto che lega il ¢tema del viaggio all'arte.

Si viaggia per provare il brivido dell’avventura, il fascino del mistero o spinti dal desiderio di evadere per scoprire luoghi nuovi. Ma ci sono anche viaggi fatti per raggiungere un obiettivo, come ci insegna la storia, o viaggi intrapresi per riscoprire le proprie radici. Qualunque possa essere il motivo, viaggiare è un atto in cui si riconoscono molti esseri viventi, perché se abbiamo cuore, gambe e testa, proprio non riusciamo a stare fermi nello stesso luogo per tutta la vita. Per fortuna.

5 CAPOLAVORI PER VIAGGIARE NELL’ARTE

Artisti di tutte le epoche si sono confrontati con il tema del viaggio, ognuno col suo stile, come una storia raccontata da diverse prospettive. In questo articolo ho scelto cinque artisti e cinque opere sul tema del viaggio, per evidenziare cinque diversi lati di questo tema affascinante, che ci conduce alla scoperta del mondo e di noi stessi.

1. QUANDO IL VIAGGIO È STORIA

William Turner, Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi, 1835

William Turner, Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi

William Turner, Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi, 1835, olio su tela, 92X123,5 cm, Cleveland Museum of Art, Cleveland

Turner è passato alla storia come “il pittore della luce”. Nessuno come lui è stato capace di cogliere le infinite sfumature del cielo e riportarle sulla tela, creando effetti di sublime potenza.

In quest’opera Turner dipinge un evento storico: il viaggio attraverso le Alpi del generale cartaginese Annibale e del suo esercito. Quello raccontato da Turner è un viaggio drammatico, in cui l’uomo si trova costretto a combattere contro una natura ostile e minacciosa.

Del resto, Turner è stato sempre affascinato dal potere maestoso della natura che nelle sue opere prende vita come una creatura spietata e sublime di fronte al quale l’uomo appare piccolo e insignificante.

2. QUANDO IL VIAGGIO È MISTERO

Arnold Böcklin, L'isola dei morti, 1880-1886

Arnold Böcklin, L'isola dei morti, 1880-1886

Arnold Böcklin, L'isola dei morti, 1880-1886

L’opera nella foto, del pittore svizzero Arnold Böcklin è considerato uno dei capolavori del Simbolismo, corrente artistica venata di misticismo e mistero, in cui il confine tra realtà e sogno appare labile e sfocato.

L’artista non ha mai fornito informazioni precise sul senso dell’opera, lo stesso titolo “L’isola dei morti” fu attribuito al dipinto dal mercante d'arte Fritz Gurlitt. Alcuni hanno riconosciuto nella figura seduta a poppa il traghettatore Caronte, che conduce i defunti nell’aldilà. Del resto, l’intera isola è ricoperta di tombe e adornata con cipressi, alberi associati al lutto.

Ciò che colpisce lo spettatore è di sicuro il senso di mistero e silenzio che circonda la scena, unito all’impressione di osservare la rappresentazione di un viaggio verso una meta ignota.

Una curiosità: Esistono cinque versioni del dipinto, una delle quali fu acquistata dal dittatore tedesco Adolf Hitler, fervente ammiratore dell’artista elvetico.

3. QUANDO IL VIAGGIO È TRADIZIONE

Marc Chagall, Su Vitebsk, 1984

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Marc Chagall, Su Vitebsk, 1984, olio su tela, 73×93 cm, Art Gallery of Ontario, Toronto

In quest’opera compare uno dei personaggi che ricorre più spesso nei dipinti di Chagall: la figura dell’ebreo errante, immagine tipica della tradizione ebraica. Come sempre, il vecchio è rappresentato con il bastone che lo guida lungo il viaggio e il sacco in cui ha raccolto ciò che possiede.

Nel dipinto di Chagall l’ebreo errante viaggia per fuggire da Vitebsk, paese natale dell’artista, luogo in cui gli ebrei erano sottoposti e discriminazioni e vere e proprie persecuzioni da parte dello zar di Russia.

Chagall in questo dipinto racconta con il suo tocco dolce e onirico uno dei drammi del suo popolo, costretto a viaggiare per andare alla ricerca di una patria.

4. QUANDO IL VIAGGIO È AVVENTURA

Paul Gauguin, Arearea 1892

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Paul Gauguin, Arearea, 1892, olio su tela, 75×94 cm, Museo d'Orsay, Parigi

Nessuno come il pittore francese Paul Gauguin riesce a farci viaggiare lontano con la fantasia, in terre esotiche baciate dal sole, dove il tempo non esiste e l’uomo pare vivere in simbiosi con la natura.

L’opera fa parte di una serie di tre dipinti che Gauguin realizzò durante il suo viaggio a Tahiti, dove si ritirò nel 1891 deciso a non tornare mai più, sdegnato con la società francese che sembrava non apprezzare la sua arte.

Il suo viaggio in realtà durò solo due anni, dopodiché l’artista fu costretto a tornare in Francia senza un soldo e oppresso dai debiti, facendosi inviare dalla moglie i soldi per tornare a casa.

La sua permanenza sulla terraferma non durò a lungo. Un uomo avventuroso come Gauguin non poteva restare “ancorato” per sempre nello stesso luogo. Nel 1985 vendette tutte le sue opere e partì per la Polinesia.

Non fece mai più ritorno in Europa, avendo finalmente trovato in quelle piccole isole l’anima primitiva che aveva sempre cercato senza successo nei suoi numerosi viaggi.

5. QUANDO IL VIAGGIO È FEDE

Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi, 1500

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In questo caso il dipinto di viaggio che ho scelto è un’opera del grande Botticelli, realizzata negli ultimi anni di attività. Il dipinto rappresenta il mistico viaggio dei tre Magi, gli astronomi che si mettono in viaggio, seguendo la stella cometa, per giungere a Gerusalemme e adorare il bambino Gesù.

È uno dei primi viaggi che ci sono stati raccontati, mentre da bambini allestivamo il presepe, collocando quelle tre misteriose figure a dorso di cammelli. Per questo ho deciso di parlarne in questo articolo.

L’opera che ho scelto è piuttosto singolare.

Quella che vedete nell’immagine non è l’unica “adorazione dei Magi” dipinta da Botticelli,  (la più famosa è probabilmente quella dipinta nel 1475). Ho scelto quest’opera per un dettaglio che la rende unica: nel dipinto i magi non sono presenti!

In compenso nell’opera pare ci sia un ritratto del sovrano Carlo VIII di Valois che in quegli anni stava scendendo in Italia con il suo esercito al seguito. Per l’artista probabilmente la discesa del sovrano era un’importante segnale di cambiamento se consideriamo che nell’Adorazione dei magi del 1475 i personaggi che l’artista ritrae nel dipinto appartengono tutti (o quasi) alla famiglia de’Medici.

 

 

 

 

 

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Marco Lovisco

Giornalista, consulente di comunicazione e scrittore.

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