Il rapporto tra gaming e arte è sempre più forte, sia per quanto riguarda i processi di produzione e di diffusione sia per quanto concerne gli argomenti, i temi, i protagonisti. Proviamo a capirne di più, passando in rassegna le iniziative e i titoli del momento
C’è un interrogativo che aleggia da tempo sopra il grande mondo dell’arte e che permette di interrogarci sui suoi rapporti con la tecnologia, con il pubblico e con il futuro. La domanda è questa: ma il gaming può essere considerata una forma artistica?
A rispondere, almeno in parte, alla questione ci ha pensato la mostra mostra, andata in scena nell’estate dello scorso anno, dedicata proprio a questo binomio e dal titolo Play – Videogame Arte e Oltre. Organizzata alla Venaria Reale di Torino, la rassegna metteva insieme tele, dipinti, litografie ma anche videogame, in un connubio fatto di designer, di grafica, di sperimentazioni, di riproduzioni. Una mostra che è stata soprattutto una riflessione sul presente, sulla cultura di oggi, sulla vita di tutti i giorni. Una vita in cui i videogame sono sempre più presenti.
È la storia di una penetrazione insomma. Il gaming nell’arte ma anche l’arte nel gaming. Sono tanti, infatti, gli esempi di videogiochi artistici, di ultime e nuove frontiere di produzione artistiche. Tra queste possiamo citare “Monument Valley II”, ambientato in un labirinto di architetture caleidoscopiche che prendono spunto, in maniera neanche troppo nascosta, dallo stile dell’olandese Maurits Cornelis Escher, oppure “Machinarium”, sviluppato dalla software house indipendente Amanita Design, un videogame di avventura in cui il robot Josef, cacciato dalla sua città, prova a tornare su suoi passi per salvare la sua fidanzata, Berta. Un piccolo gioiello per quanto riguarda la grafica, dal momento che è realizzata completamente a mano. Ma l’arte, nella sua versione street, entra direttamente come protagonista in “Vandals” dove il giocatore può girare le strade di Tokyo o Parigi, Berlino o New York a realizzare graffiti e murales sui muri delle città.
C’è anche il gioco online all’interno di questa storia d’amore tra arte e gioco. Sono diverse, infatti, le case produttrici che scelgono di produrre titoli dedicati ai grandi personaggi del passato o alle grandi opere della storia, come ad esempio diverse slot presenti nel palinsesto di Big Casino. Tra gioielli, smeraldi, arte egizia e greca, troviamo tantissimi giochi dedicati ad esempio alla Monnalisa e a Leonardo Da Vinci, oppure a Vincent Van Gogh, a Pablo Picasso, a Michelangelo Buonarroti. Ma l’arte entra nelle slot anche come sfondo e scenario in cui ambientare le avventure del protagonista, come accade in “Return to Paris”, in “Punk Toilet” e in “Mystery Museum”.
Insomma, il rapporto tra arte e gaming è qualcosa di sempre più vivo e sempre più importante. Con uno scambio continuo che avviene tanto nei temi, nei nomi e nelle immagini quanto nei modelli di produzione, di fruizione, di condivisione. Perché l’arte sarà entrata anche nel mondo del gaming, ma allo stesso tempo il gaming si è fatto arte.