Hokusai: breve biografia e opere principali in 10 punti
In due minuti vi raccontiamo la storia del maestro giapponese, famoso per la sua “Grande onda” e per le sue stampe che raccontano un Giappone che non c’è più.
Le biografie dei grandi artisti riassunte in 10 punti
In due minuti vi raccontiamo la storia del maestro giapponese, famoso per la sua “Grande onda” e per le sue stampe che raccontano un Giappone che non c’è più.
In due minuti vi raccontiamo la storia del maestro giapponese, famoso per la sua “Grande onda” e per le sue stampe che raccontano un Giappone che non c’è più.
Una grande onda, potente, maestosa, sublime. L’energia dinamica del mare contrapposta alla forza incrollabile del monte Fuji che si staglia immobile sullo sfondo. Nel furore della natura le barche dei pescatori appaiono fragili come giunchi nella mani del destino, costretti a danzare la fatale danza del mare. La grande onda di Kanagawa probabilmente è l’opera più famosa dell’artista giapponese Hokusai, capace com’è di colpire con un immediato impatto visivo lo spettatore.
Guardando l’opera infatti sembra di trovarsi di fronte al frammento di una storia più lunga, come se la stampa che si ha davanti non fosse che il frame di un film, magari di animazione, visti i colori accesi usati da Hokusai. Non è un caso, visto che il modo innovativo di ritrarre la realtà di Hokusai ha anticipato ciò che avrebbero fatto gli artisti del fumetto decenni dopo. Ma Hokusai ha fatto di più, con le sue opere, a migliaia di chilometri di distanza ha influenzato l’arte dei più grandi artisti europei, da van Gogh a Gauguin, da Toulouse-Lautrec a Degas. Lo racconto, come sempre, in due minuti.
1. Pittore e xilografo, Katsushika Sori in arte “Hokusai” (Edo 1760 – Edo 1849) è considerato uno dei più grandi artisti giapponesi di sempre. L’artista scelse il nome “Hokusai” per firmare le sue opere fin dal 1794. Hokusai letteralmente significa “studio della stella polare”, simbolo di buon auspicio e augurio di una brillante carriera.
2. La formazione di Hokusai iniziò già a quattordici anni, quando diventò apprendista di Katsukawa Shunsho, maestro nell’arte della xilografia di genere “Ukiyo-e” (letteralmente: “dipinto di un mondo fluttuante”).
3. Lo stile Ukiyo-e era molto diffuso negli ambienti della borghesia giapponese dell’epoca (XIX secolo) che acquistavano queste stampe che venivano realizzate su legno per ornare le proprie case.
Tale stile distingueva per l’assenza di profondità, i contorni ben definiti delle figure e gli accostamenti cromatici, ma ciò che lo rendeva davvero singolare erano i temi e i soggetti rappresentati. Queste opere non tendevano ad edulcorare la realtà ma raccontavano scene quotidiane, i cui protagonisti erano animali, uccelli e paesaggi ma anche attori, cortigiane, lottatori, considerati membri dei ceti sociali minori.
4. Hokusai rimase nella bottega del maestro per ben diciannove anni, fino al 1795. Quando andò via si unì alla Scuola Tawaraya, per arricchire ulteriormente il suo bagaglio tecnico. In questo periodo realizzò la sua serie di bijin-ga, immagini di donne belle ed eleganti, spesso ritratte in pose sensuali.
5. A trentotto anni, nel 1798, Hokusai si mise in proprio, aprendo la propria bottega. Iniziò a realizzare opere personali, immagini in bianco e nero per alcuni libri, spesso a tema drammatico o con intenti moraleggianti. Una delle sue opere più famose di questo periodo è la serie di quindici volumi che compongono l’Hokusai Manga, una delle sue serie più famose, in cui scene di vita quotidiana si alternano a scene fantastiche.
6. Proprio gli Hokusai Manga (letteralmente “schizzi di Hokusai”) sono alla base del linguaggio del fumetto, in cui una serie di immagini in serie danno l’idea dello scorrere del tempo e della storia. Non a caso, ancora oggi per gli occidentali i fumetti giapponesi sono conosciuti come “manga”.
7. Hokusai raggiunse la fama già nel 1820 ma il suo capolavoro arriva nel 1831, quando l’artista ha già settantuno anni. Si tratta della serie Trentasei vedute del monte Fuji, in cui è compresa l’opera La grande onda di Kanagawa, considerata uno dei capolavori dell’arte orientale. È impressionante il modo in cui Hokusai sia riuscito a rendere con colori nitidi e potenti la spaventosa energia del mare, cogliendo il dinamismo delle onde, contrapposto alla stabilita del monte Fuji, che si staglia imperturbabile sullo sfondo.
È possibile ammirare copie dell’opera in vari musei come il Metropolitan Museum of Art di New York, il British Museum di Londra, la Bibliothèque nationale de France di Parigi o il Museo d’arte orientale di Torino.
Una curiosità: La grande onda è anche disponibile sui nostri smartphone, sotto forma di emoji. Scopritela!
8. Le opere di Hokusai furono una grande fonte di ispirazione per gli impressionisti francesi che rimasero colpiti soprattutto dagli accostamenti cromatici scelti dall’artista giapponese e dai soggetti rappresentati, che miravano a cogliere la quotidianità dell’esistere. In particolare Gauguin e van Gogh furono letteralmente rapiti dalle opere del maestro giapponese.
9. Le opere di Hokusai divennero famose in Europa in un modo piuttosto bizzarro. Le stampe del maestro giapponese venivano infatti utilizzate per incartare oggetti preziosi spediti dal Giappone. Venivano inoltre utilizzate come cartoline spedite dall’esotico oriente.
10. Hokusai lavorò fino alla sua morte che, con suo grande rammarico, lo sorprese alla “tenera” età di ottantanove anni. L’arista infatti pare avesse espresso il desiderio di vivere fino a centrotrent’anni, età necessaria per raggiungere la perfezione artistica. Era infatti convinto che l’arte migliorasse con l’età e che nessuna delle sue opere realizzate prima dei settant’anni avesse valore.
“Hokusai non è solo un artista fra altri nel mondo fluttuante, è un’isola, un continente, da solo un mondo.” (Edgar Degas)
E poi c’è chi non bada alla carta per impacchettare… con una stampa così si resta già incantati prima di scoprire l’oggetto! 😀
Molto affascinante il mondo giapponese, difficile da capire veramente, c’è un significato preciso dietro ad ogni cosa, lo si capisce anche in soli “due minuti” d’arte… piccoli ma deliziosi (anche perchè piccoli) post!
Anche a me affascina molto la cultura giapponese, anche se temo non riuscirò mai a capirla (forse il suo fascino sta proprio in questo, suppongo).
Il problema di ricevere un pacco incartato con una stampa di Hokusai è che si rischia di non scoprire cosa ci sia dentro, per paura di rovinare un capolavoro. 😉
Grazie per il tuo messaggio, Anna. Buon pomeriggio!
Non vedo l’ora di vederla questa mostra!
Secondo me sarà una mostra molto interessante, stando a quanto è trapelato finora riesce a raccontare in modo davvero esaustivo la grande produzione artistica di Hokusai, dai paesaggi alla vita quotidiana del Giappone. Sarà come fare un salto indietro nell’estremo oriente del XIX secolo. 😉
La grande onda di Kanagawa.. meravigliosa! un’opera che gira e rigira tra i social senza conoscere nulla a riguardo mentre tu hai fatto una cosa davvero importante: l’hai spiegata.
Grazie, è un commento che leggo con molto piacere. 🙂 Purtroppo sempre più spesso l’arte viene confusa con l’estetica, con ciò che è bello o ciò che piace. Ed è un peccato, perché così si rischia di perdere tutto ciò che si cela sotto la superficie della tela. Provo a raccontarlo in modo semplice, come vorrei che qualcuno lo raccontasse a me. Sono contento tu l’abbia apprezzato.
Mi sorprende la fruttuosità e la rapidità del “tratto” di questo fertile e straordinariamente evoluto artista. artista giapponese. Sebbene non conoscessi le sue opere fino a un po’ di tempo fa leggendo uno dei suoi testi mi sono trovato immerso e “stregato” in un mondo dal sapore antico e aggraziato che mi piace.
Concordo con te, Stefano. Secondo me nelle opere di Hokusai traspare la filosofia di fondo dell’artista. E’ come se l’opera fosse la punta di un iceberg di cui riusciamo a intuirne la profondità. Forse è questo che ci colpisce e le rende così speciali.
non so che dire