In due minuti vi raccontiamo la vita di uno di pittori più importanti del Barocco, autore de Las Meninas.
Ci sono artisti che sono passati alla storia per un’opera, diventata icona di un periodo storico e di un certo modo di fare arte: penso al Bacio di Klimt, all’Urlo di Munch o alla Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer. È vero, è riduttivo, perché un artista è sempre molto di più di una sola opera, ma i meccanismi del ricordo spesso tendono a semplificare (e banalizzare).
È stato così anche per Velázquez, autore dell’indiscusso capolavoro Las Meninas, che con la sua luce ha rischiato di mettere in ombra un patrimonio artistico di indiscutibile pregio.
Las Meninas è un capolavoro. Su questo c’è poco da discutere (ne parlo anche nell’articolo), ma la storia di Velázquez racconta molto di più È la storia di un artista di talento che non si è mai fermato, cercando di imparare sempre qualcosa di più; è la storia di un artista che ritraeva i ricchi ma che aveva capito che è nei poveri che si nasconde il volto dell’umanità; è la storia di un artista che (forse) è morto per onorare fino all’ultimo il suo impegno verso il sovrano che aveva avuto fiducia in lui quando era poco più che un ragazzo.
È una storia che vale la pena di conoscere. La racconto in due minuti.
LA VITA E LE OPERE DI DIEGO VELÀZQUEZ:
RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Diego Rodríguez de Silva y Velázquez, conosciuto come Diego Velázquez (Siviglia, 1599 – Madrid, 1660) è stato uno dei più importanti pittori europei di sempre ed è tra i massimi esponenti del Barocco. Le sue opere sono state fonte di ispirazione per importanti artisti che lo hanno seguito nel corso dei secoli, da Goya a Picasso.
2. Figlio di una famiglia benestante dell’Andalusia, Diego fin da ragazzino mosse i propri passi nel mondo dell’arte, prima nello studio di Francisco Herrera il Vecchio e poi, a partire dai dodici anni, nella bottega di Francisco Pacheco.
Quello con Pacheco fu un rapporto molto stretto. Il maestro introdusse il giovane artista nei circoli letterari e artistici di Siviglia e gli permise di ottenere nel 1617 la licenza per lavorare come maestro pittore in città. Il rapporto tra maestro e discepolo si strinse ulteriormente nel 1618, quando Velázquez sposò Juana, primogenita di Pacheco.
3. Dopo essersi fatto un nome a Siviglia, Velázquez nel 1622 decise di trasferirsi a Madrid in cerca di nuovi incarichi.
Nel dicembre di quell’anno morì Rodrigo de Villandrando, il pittore di corte preferito dal re Filippo IV di Spagna, così Velázquez fu convocato a palazzo il 16 agosto del 1623 per quello che oggi chiameremo “un colloquio di lavoro”. Per provare il suo talento, gli fu assegnato il compito di ritrarre il sovrano in persona. L’artista colse al volo l’occasione e realizzò l’opera in un solo giorno (probabilmente si trattava di uno schizzo preliminare).
Il sovrano fu così soddisfatto del risultato da nominarlo pittore di corte e ritrattista “ufficiale” del re (nessun altro, al di fuori di Velázquez poteva eseguire ritratti di re Filippo). All’artista venne assegnato un cospicuo compenso e un appartamento per sé e la famiglia nel Real Alcázar di Madrid, il palazzo del sovrano.
4. Nel 1628 Velázquez fece la conoscenza con il pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, in visita diplomatica a Madrid. Rubens (che aveva trascorso otto anni in Italia) convinse Velázquez a lasciare la capitale spagnola per visitare la penisola e scoprire i maestri dell’arte italiana.
Velázquez seguì il consiglio e nel 1629 partì per il Belpaese. Rimase in Italia per tre anni, durante i quali ebbe occasione di ammirare le opere di Caravaggio, di Tiziano e dei maestri del Rinascimento. L’esperienza influirà profondamente sulla sua arte, rendendola più completa e profonda.
5. Velázquez è conosciuto soprattutto come ritrattista. I volti dipinti dall’artista spagnolo sono dotati di grande espressività, che l’artista riesce a evocare grazie anche all’attento uso delle luci e dei chiaroscuri, arte in cui era maestro l’italiano Caravaggio.
Nonostante fosse il ritrattista ufficiale di corte, Velázquez non dipinse solo i volti dei nobili, ma era particolarmente colpito dai visi dei nani, dei giullari e delle persone comuni. Uno dei suoi più notevoli ritratti è infatti quello del suo servitore e amico Juan de Pareja,
6. La passione per l’arte italiana spinse Velázquez ad intraprendere un secondo viaggio in Italia, nel 1649. Non a caso, nel 1650 l’artista realizza una delle sue opere più famose, la Venere allo specchio ( conosciuta anche come Venere Rokeby per via del palazzo in cui era custodito il dipinto). In quest’opera è chiara l’influenza dell’arte di Tiziano e della sua Venere di Urbino (a cui si ispireranno anche Ingres, Goya e Manet).
7. Fu nel 1656 che Velázquez dipinse il suo capolavoro: Las Meninas, opera magistrale per composizione, profondità, luce e scelta del soggetto. A proposito, qual è il soggetto del dipinto? È una questione tuttora dibattuta.
Innanzitutto “Las meninas” sono le damigelle d’onore, che notiamo in primo piano nel dipinto, con al centro la bionda Margarita, la figlia dei reali di Spagna. Sembrerebbe un ritratto della bambina ma in realtà il pittore, che sembra guardare in direzione dell’osservatore, pare stia ritraendo qualcos’altro. Cosa?
Pare che la soluzione si trovi nello specchio posto alla sinistra della porta. Nella cornice si vedono riflessi i volti dei reali di Spagna, che quindi dovrebbero trovarsi di fronte al pittore, ma che lo spettatore non può vedere. Si direbbe dunque che l’artista stia ritraendo Filippo IV e la consorte, ma l’impressione è che il suo intento sia quello di ritrarre chiunque si fermi ad osservare il quadro.
Quest’opera può essere considerata la “summa” dell’arte di Velázquez. C’è l’abilità tecnica nel ritrarre, ci sono le conoscenze teoriche di arte, matematica e geometria, c’è la creatività e il coraggio nel rappresentare un soggetto istituzionale in modo così anticonvenzionale.
8. Velázquez aveva un talento unico nel ritrarre fedelmente i suoi soggetti, grazie all’attento uso delle luci e alle sue pennellate morbide e fluide. Figuratevi che papa Innocenzo X, si lamentò per l’eccessivo realismo del suo ritratto, realizzato dall’artista tra il 1650 e il 1651.
Immaginate cosa avrebbe pensato il pontefice di fronte alle opere di Francis Bacon, che prese spunto proprio da questo ritratto per la sua famosa serie di dipinti Popes, in cui spicca Study after Vélazquez’s Portrait of Pope Innocent X, opera del 1953.
9. Nel 1659 Velázquez fu insignito della Croce Rossa dell'Ordine di Santiago, una delle più alte onorificenze concesse ad un artista spagnolo.
Un anno dopo ebbe l’incarico di curare l’allestimento scenico del matrimonio tra Maria Teresa di Spagna e Luigi XIV di Francia, sull'Isola dei Fagiani, una piccola isoletta paludosa nel fiume Bidasoa. Secondo quanto riportano le cronache compì un ottimo lavoro, ma al ritorno a Madrid fu colto da febbre e in capo a poche settimane morì.
10. Velázquez con le sue opere influenzò profondamente l’arte di chi lo seguì. In molti si confrontarono con la sua eredità, dai già citati Goya, Manet e Bacon, fino a Picasso, che realizzò una sua versione del celebre dipinto Las Meninas.
“Come rimpiango che non siate qui. Quale gioia avreste provato nel vedere Velázquez. Da solo, vale il viaggio. I pittori di tutte le altre scuole, che sono intorno a lui al Museo di Madrid, e molto ben rappresentati, sembrano tutti, in confronto a lui, dei rimasticatori. È il pittore dei pittori.” (Édouard Manet)
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[…] lunghi e sottili, ispirati a quelli del maestro del Seicento spagnolo Diego Velázquez, abiti di velluto dai colori sgargianti con ricami in oro: Salvador Dalí di certo non ha mai […]
[…] ritrasse in una delle sue più celebri opere. Il dipinto ispirò nei secoli artisti come Velázquez, Rubens, Rembrandt e […]
[…] e anche un po’ dispersivo, sono tre le opere che non potete perdere; una è, il capolavoro di Velazquez, Las Meninas, in italiano potremmo forse dire “Le damigelle”, il cui logo troverete sotto […]