In due minuti vi raccontiamo la vita di Renoir, maestro dell'impressionismo, nelle cui opere traspare tutta l'energia della vita bohemien.
Energia, gioia di vivere, spensieratezza: le opere di Pierre-Auguste Renoir sono un inno all’ottimismo. Sembra urlino alla vita che si può essere felici anche quando i soldi scarseggiano e la carriera stenta a decollare, perché le gioie che rendono uniche le giornate, in fondo, non si pagano se non con il cuore.
Renoir ha condiviso con i suoi colleghi e amici artisti la sfida che l’impressionismo ha dovuto affrontare prima di affermarsi nel panorama artistico. Ha condiviso con loro la miseria e le difficoltà, ma anche le serate ubriache, nella Parigi bohemien di fino Ottocento. Per questo i personaggi delle sue opere paiono danzare, come se si potesse rimanere giovani per sempre, come se non bastasse tutto il denaro del mondo per pagare una mattinata spensierata con gli amici, al circolo dei canottieri.
LA VITA E LE OPERE DI PIERRE-AUGUSTE RENOIR: RIASSUNTO IN DUE MINUTI (DI ARTE)
1. Il pittore francese Pierre-Auguste Renoir (1841 – 1919) è considerato uno dei massimi esponenti dell’impressionismo. Le sue opere sono uno specchio della vita bohemien di fine Ottocento, pervasa da gioia di vivere, povertà e amore per l’arte.
2. Per “bohemien” si intende lo stile di vita anticonformista di artisti, scrittori e musicisti europei di fine Ottocento, che vivevano nei quartieri poveri delle capitali, rifiutando i valori imposti dalla società del tempo. La passione per l’arte, la promiscuità sessuale e l’abuso di alcol e droghe spesso accompagnavano le loro esistenze.
Sarà l’opera La bohème di Giacomo Puccini a rendere immortale questo movimento.
3. Renoir fin da bambino mostrò un talento e una passione per l'arte fuori dal comune, così il padre, per permettergli di esercitare il suo talento lo indirizzò verso la decorazione delle porcellane.
A ventuno anni (1862) entrò nell'Ecole des Beaux-Arts dove fece amicizia con Alfred Sisley, Frédéric Bazille e Claude Monet. Quell’incontro fu fondamentale per la vita del giovane Renoir e per i destini dell’arte europea.
4. Quel gruppo di giovani artisti decise di abbandonare la pittura in studio per andare a dipingere all’aperto (en plein air) e così catturare l’essenza delle luce e dei colori. Spesso Renoir trascorreva intere giornate in compagnia dell'amico Monet con i cavalletti affiancati per riprendere lo stesso paesaggio e poi confrontare le opere una volta ultimate.
5. C’era anche Renoir tra gli artisti che il 15 aprile del 1874 esposero le loro opere nella mostra allestita presso la galleria del fotografo Nadar a Parigi, dando vita ufficialmente all'impressionismo.
6. La giovinezza di Renoir fu segnata dalle ristrettezze economiche, da amicizie intense e dalla compagnia di voluttuose modelle. Proprio l’energia di questi corpi giovani e dalle forme generose è uno dei segni distintivi delle sue opere, in cui la fisicità del corpo diventa un inno alla gioia di vivere e alla spensieratezza.
7. Nel 1890 Renoir sposò proprio una delle sue modelle, Aline Victorine Charigot, che aveva conosciuto nel 1880. Da lei ebbe tre figli: il secondo in particolare, di nome Jean, diventò un famoso regista.
Renoir ritrasse Aline in molte delle sue opere più famose, nel dipinto La colazione dei canottieri ad esempio, è lei la graziosa ragazza con un cagnolino tra le braccia. Racconto la loro storia nell'articolo: Arte e amore, viaggio in 6 puntate. Renoir e Aline.
8. L’artista, nonostante frequentasse altre donne e avesse numerose amanti, restò sempre legato ad Aline. Si racconta che un giorno, contemplando l’amata in posa, Renoir lasciò cadere in terra il pennello dichiarando: “Perché stancarsi, quando ciò che vorrei realizzare esiste già?”.
9. Fu negli anni della maturità che Renoir ottenne il meritato successo , tanto che nel 1900 venne insignito della legion d’onore, massimo riconoscimento della repubblica francese.
10. Renoir continuò a dipingere anche quando, ormai vecchio e colpito da artrite reumatoide fu costretto su un sedia a rotelle. Per realizzare il suo ultimo capolavoro, Le bagnanti (1919), si fece legare il pennello al polso perché non gli cadesse dalla mano ormai malferma.
“Per me, un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, sì, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre. So bene che è difficile far ammettere che un dipinto possa appartenere alla grandissima pittura pur rimanendo allegro. La gente che ride non viene mai presa sul serio.” (Pierre-Auguste Renoir)
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